Una volta attorno a questo tavolo si sedevano ogni domenica e per ogni festa almeno 18 persone.Thanks for reading Diario dei miei insuccessi! Subscribe for free to receive new posts and support my work. C’era il nonno là in fondo, a capo tavola, il suo corpo piccolo, i vestiti sempre identici, ogni giorno, stagione dopo stagione, per tutta la vita. Ogni volta che vedo passare un apercar per strada, me lo immagino seduto al volante con la sua magliettina a righe col colletto ocra e il cappellino blu. Era sempre il primo a essere servito, il bicchiere di latta di vino sempre pieno, la sua bocca senza denti che masticava piano ma tutto, anche le pietanze più dure ed elaborate, lo sguardo fisso sul TG, anzi, sul giornale radio, continuava a chiamarlo così. Sul lato sinistro del tavolo i suoi cognati, la nonna immediatamente alla sua destra per fare avanti/indietro dalla cucina, le sue figlie una accanto all’altra da quel lato e poi noi nipoti a riempire i posti vuoti.
Condivido, ma in parte: dubito che universalmente i tempi andati fossero migliori; sono però un feticcio necessario.